Per ben comprendere
questo, bisogna sapere che le spalle e le gambe di un Cavallo hanno quattro
movimenti. Il primo è quello della spalla in avanti, quando cammina dritto
davanti a sé. Il secondo movimento è quello della spalla in dietro, quando
egli arretra. Il terzo movimento è quando solleva la gamba e la spalla sul
posto, senza avanzare né arretrare, che è l'azione del piaffer e il quarto è il
movimento circolare e incrociato, che devono fare la spalla e la gamba del
Cavallo quando egli gira stretto o va di lato.
I tre primi movimenti si acquisiscono
facilmente con il trotto, l'alt e i passi indietro; ma l'ultimo movimento è il
più difficile, perché in quest'azione il Cavallo, essendo obbligato ad
incrociare e ad accavallare la gamba esterna al di sopra di quella interna, se
in questo movimento il passaggio della gamba non è avanzato né circolare, il
Cavallo si tocca la gamba che posa a terra e sulla quale egli si appoggia ed il
dolore del colpo può nuocergli o almeno fargli prendere una falsa posizione:
ciò che succede sovente ai Cavalli che non sono abbastanza sciolti di spalle.
La difficoltà di trovare regole stabilite per dare alla spalla ed alla gamba la
facilità di questo movimento circolare di una gamba al di sopra dell'altra, ha
sempre messo in imbarazzo gli Écuyers, poiché senza questa perfezione un
Cavallo non può girare facilmente, né sfuggire ai talloni con grazia.
Al fine di
approfondire bene la lezione di spalla in dentro, che è la più difficile e la
più utile di tutte quelle che si devono usare per ammorbidire i Cavalli, bisogna
esaminare ciò che hanno detto il Signor de la Broue e il Duca di Newcastle
riguardo al circolo che, secondo l'ultimo, è il solo mezzo per sciogliere
perfettamente le spalle di un Cavallo.
«Il Signor de la
Broue dice che tutti gli umori e la complessità fisica dei Cavalli non sono
adatti a questa sottomissione eccezionale, che consta nel girare sempre sui
circoli per scioglierli, e non essendo le loro forze in grado di compiere tanti
giri tutto d'un fiato, essi si disgustano e si irrigidiscono sempre di più,
invece di sciogliersi».
Duca di Newcastle si spiega così:
«La testa in dentro, con la groppa in fuori, su un circolo, mettono immediatamente un Cavallo sul treno anteriore, egli prende l'appoggio e si ammorbidisce estremamente di spalle, etc »
«Trottare e galoppare con la testa all'interno e la groppa in
fuori, fa andare tutto il treno anteriore verso il centro, ed il posteriore si
allontana, essendo le spalle più caricate che la groppa».
«La spalla non può
sciogliersi se, lavorando, la gamba posteriore interna non è avanzata e non si
avvicina alla gamba posteriore esterna».
Si osserva,
seguendo il ragionamento di questi due grandi uomini, che l'uno e l'altro hanno
accettato il circolo, ma il Signor de la Broue non se ne serve sempre, e
preferisce spesso il quadrato.
Per quanto
riguarda il Duca di Newcastle, per il quale il circolo è la lezione preferita,
egli stesso ammette gli inconvenienti che si incontrano quando dice che nel
circolo con la testa all'interno e la groppa in fuori, le parti anteriori sono
più obbligate e più contratte di quelle posteriori e che questa lezione mette
un Cavallo sulle spalle.
Questa
confessione, che l'esperienza conferma, prova evidentemente che il circolo non
è il mezzo per sciogliere perfettamente le spalle, poiché una cosa contratta
ed appesantita dal proprio peso non può essere leggera; ma una grande verità
che questo illustre autore ammette, è che la spalla non può sciogliersi se la
gamba posteriore interna non è avanzata e non si avvicina, marciando, alla
gamba posteriore esterna, ed è questa giudiziosa nota che mi ha fatto cercare e
trovare la lezione della spalla in dentro, di cui ora diamo spiegazione.
Quando un Cavallo
saprà trottare liberamente sul circolo e sulla linea diritta, alle due mani,
quando saprà, sulle stesse linee, marciare con un passo tranquillo e uguale e
quando sarà stato abituato a dare degli alt e delle mezze-fermate ed a portare
la testa all'interno, bisognerà allora condurlo al piccolo passo, lento e un
po' raccorciato, lungo la parete e piazzarlo in modo che le anche descrivano
una linea e le spalle un'altra. La linea delle anche deve essere vicino alla
parete e quella delle spalle staccata ed allontanata dal muro di circa un
piede e mezzo o due, tenendo il Cavallo piegato alla mano a cui egli va. Vale a
dire, per spiegarmi in modo più familiare, che invece di tenere un Cavallo del
tutto dritto di spalle e di anche sulla linea dritta, lungo il muro, bisogna
fargli girare un po' la testa e le spalle all'interno, verso il centro del
maneggio, come se effettivamente si volesse girarlo del tutto, e quando è in
questa posizione obliqua e circolare bisogna farlo marciare in avanti lungo il
muro, aiutandolo con la redine e la gamba interne, cosa che egli non può
assolutamente fare in questa attitudine senza incrociare ed accavallare la
gamba anteriore interna al di sopra di quella esterna e, ugualmente, la gamba
posteriore interna al di sopra di quella posteriore esterna, come è facile
vedere nella figura della spalla in dentro che si trova all'inizio di questo
capitolo e nella rappresentazione grafica della stessa lezione, che renderanno
la cosa ancora più comprensibile.
Questa lezione produce così buoni effetti che io la tengo come la prima e l'ultima di tutte quelle che si possono dare al Cavallo per fargli prendere una completa scioltezza ed una perfetta libertà in tutte le sue parti. E ciò è così vero che un Cavallo, che sarà stato ammorbidito seguendo questo principio e guastato poi alla scuola o da qualche ignorante, se verrà rimesso per qualche giorno a questo esercizio da un uomo di Cavalli, questi lo ritroverà ancora morbido e facile come prima.
1°. In primo luogo
questa lezione scioglie le spalle, poiché, a ciascun passo che il Cavallo fa in
questa attitudine, la gamba anteriore interna incrocia ed accavalla, in avanti
e al di sopra, quella esterna ed il piede interno si va a posare al di sopra
del piede esterno e sulla stessa linea di questo piede, e il movimento a cui la
spalla è obbligata in questa azione, fa necessariamente agire le molle di
questa parte, come è facile da comprendere.
2° La spalla in dentro prepara un Cavallo a mettersi sulle
anche, poiché a ciascun passo che egli fa in questa posizione, porta in avanti
sotto al ventre la gamba posteriore interna e va a posarla al di sopra di
quella posteriore esterna, cosa che non può fare senza abbassare l'anca: egli è
dunque sempre su di un'anca ad una mano e sempre sull'altra all'altra mano e,
di conseguenza, impara a piegare i garretti sotto di sé, cosa che si chiama:
essere sulle anche.
3° Questa
stessa lezione dispone un Cavallo a sfuggire i talloni, poiché, a ciascun
movimento, essendo obbligato ad incrociare e passare le gambe luna al di sopra dell'altra, tanto quelle
anteriori, quanto quelle posteriori, egli acquisisce mediante ciò la facilità
di accavallare bene le braccia e le gambe alle due mani; cosa necessaria per
andare liberamente di lato. Di modo che quando si porta un Cavallo in spalla in
dentro a mano destra, lo si prepara a sfuggire i talloni a mano sinistra,
poiché è la spalla destra che si ammorbidisce in questa posizione e quando lo
si mette in spalla in dentro a mano sinistra, è la spalla sinistra che si
scioglie e che lo prepara a ben passare la gamba sinistra, per andare
facilmente di lato a mano destra.
Per cambiare di
mano nella lezione di spalla in dentro: per esempio da destra a sinistra,
bisogna conservare il piego della testa e del collo e, lasciando la parete, far
camminare il Cavallo diritto di spalle e di anche su una linea obliqua, sino a
che egli sia arrivato, mantenendo questa posizione, alla parete opposta; e là
bisognerà piazzargli la testa a sinistra e le spalle in dentro e staccate
dalla linea della parete, allargandolo e facendogli incrociare le gambe interne
a questa mano al di sopra di quelle esterne, lungo il muro e allo stesso modo
che abbiamo appena spiegato per la destra.
Siccome il Cavallo
avrà delle difficoltà nell'esecuzione delle prime lezioni di spalla in dentro,
che manifesterà sia mettendo la groppa troppo all'interno, sia, al contrario,
girando troppo le spalle in dentro e lasciando la linea della parete, per
evitare l'obbligo di passare ed incrociare le gambe, in una posizione che
mantiene i suoi muscoli in una continua contrazione, che lo infastidisce
quando non è abituato, allora il circolo deve servire come rimedio a queste
difese. Lo si condurrà dunque al piccolo passo su una cerchio largo, e gli si
ruberanno di quando in quando dei passi incrociati delle gambe interne al di
sopra di quelle esterne, di modo che, allargando sempre più il circolo, si
arriverà insensibilmente sulla linea della parete ed il Cavallo si troverà
nella posizione di spalla in dentro e in questa attitudine gli si farà fare
qualche passo in avanti lungo il muro; poi lo si arresterà, gli si piegheranno
il collo e la testa, facendo giocare il morso nella bocca con la redine
interna, lo si accarezzerà e lo si congederà.
Se succede che un
Cavallo si ritiene e si difende per malizia, non volendo arrendersi a questa
lezione, bisognerà abbandonarla per qualche tempo e ritornare al trotto disteso
e ardito, tanto sulla linea diritta che su dei circoli; quando sarà
arrendevole, lo si rimetterà al passo a spalla in dentro sulla linea della
parete, se esegue bene qualche passo, bisognerà fermarlo, accarezzarlo e
scendere. Quando il Cavallo incomincerà ad obbedire alla lezione di spalla in
dentro alle due mani, gli si insegnerà a fare bene gli angoli, la parte più
difficile di questa lezione. Per questo bisognerà in ciascun angolo, ossia alla
fine di ciascuna linea diritta, far entrare le spalle nell'angolo,
mantenendogli la testa piazzata all'interno; e nel momento in cui le spalle
girano sull'altra linea, bisogna far passare a loro volta le anche, nel
medesimo punto dove sono passate le spalle. È con la redine interna e la gamba
interna che si porta il Cavallo in avanti nell'angolo; ma, nel momento in cui
lo si gira sull'altra linea, bisogna che ciò avvenga con la redine esterna, portando
la mano all'interno, e cogliere il momento in cui la gamba interna è sollevata
e sta per posarsi, in modo che, ruotando la mano in questo momento, la spalla
esterna possa passare sopra quella interna e siccome l'aiuto per girare è una
specie di mezza-fermata, bisogna, mentre si ruota la mano, cacciarlo un po' in
avanti con il polpaccio. Se il Cavallo rifiuta di passare la groppa negli
angoli, tenendosi largo dietro e appoggiandosi con forza alla gamba interna
(difesa comune nei Cavalli), sarà necessario pungolarlo con il tallone interno
nello stesso momento in cui si gireranno le spalle sull'altra linea. Ecco,
secondo me, ciò che si chiama prendere gli
angoli e non, come fa la maggior parte dei
Cavalieri, che si accontentano di far entrare la testa e le spalle nell'angolo
e tralasciano di far passare la groppa, in modo che il Cavallo gira tutto d'un
pezzo invece di far passare le anche dopo le spalle; il Cavallo, in questo
passaggio di spalle e di anche, si ammorbidisce non soltanto in queste due
parti, ma anche ai fianchi, la cui scioltezza aumenta di molto l'agilità delle
molle delle altre sue parti del corpo.
Se si esaminano la
struttura e la meccanica del Cavallo, facilmente ci si persuaderà dell'utilità
della spalla in dentro e si converrà che le ragioni che io adduco per
legittimare questo principio, sono offerte dalla natura stessa che non si smentisce
mai quando non la si contrasta al di là delle sue forze. E al contempo, se si
fa attenzione all'azione delle gambe del Cavallo che si muove su un circolo,
con la testa in dentro e la groppa in fuori, sarà facile capire che sono le
anche quelle che acquistano la scioltezza che si pretende dare alle spalle per
mezzo del circolo; poiché è certo che la parte che fa un movimento più ampio è
quella che si ammorbidisce di più. Io approvo dunque il circolo per dare ai
Cavalli la prima scioltezza ed anche per castigare e correggere quelli che si
difendono per malizia, mettendo la groppa in dentro, a dispetto del Cavaliere;
ma ritengo inoltre la spalla in dentro una lezione indispensabile per
ammorbidire le spalle e donare loro la facilità di passare liberamente le gambe
una sopra l'altra, abilità che dovrebbero avere tutti i Cavalli che si dicono
ben messi e ben addestrati.
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