domenica 5 novembre 2023

50 Anni


Stanotte, prima di addormentarmi ho pensato molto. Non era insonnia ma la volontà di pormi delle domande per focalizzare i punti nevralgici di ciò che sto facendo. Sono impegnato su troppi fronti è la mia prima considerazione. Devo lasciare andare le cose che non mi appagano anche se il cuore ne è ancora legato.

Bisogna morire per rinascere ed io in questi 50 anni l'ho fatto almeno in 4 situazioni importanti, quindi ne riconosco le modalità.
Amici, affetti, progetti che non sono più facenti parti del tuo percorso non è un male lasciarli andare perché altri prenderanno il loro posto. Inesorabilmente in un ciclo infinito.
Alla fine della propria vita quanti fermi immagine avrai nella tua mente che hanno veramente segnato il tuo percorso, la tua formazione? Pochi... ma decisivi.

lunedì 26 giugno 2023

𝐀𝐫𝐭𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐂𝐚𝐯𝐚𝐥𝐜𝐚𝐫𝐞 - si ricomincia


Un percorso equestre caratterizzato da moltissimi reset negli ultimi 3 anni. Purtroppo non è stato semplice trovare partner coerenti, Federazioni affidabili e credibili e cavalieri all'altezza del progetto. Tante meteore passate che sono risultate inconsistenti nell'impegno e nella determinazione. L'Equitazione storica è un'Arte Marziale e come tale va svolta con attenzione e preparazione. Ho deciso quindi di ricominciare su me stesso cercando di migliorare nell'abilità a cavallo e sulla mia personale preparazione. Sulla soglia dei cinquant'anni credo di aver fatto molto ma molto ancora posso dare a questa disciplina. Tuttavia un reset è fondamentale. Sono rimasto molto deluso da diverse esperienze in cui ho cercato di dare tutto il mio Know How ma alla fine le persone hanno solo preso senza dare. Ovviamente mi riferisco solo ad alcune esperienze. Molti altri cavalieri, a loro modo, mi sono rimasti accanto. Ma da quelle delusioni ho capito troppo tardi che devo dedicarmi al mio perfezionamento. Giorno dopo giorno cercherò nei tempi che ho a disposizione, di poter mettere qualche tassello in più alla mia crescita. Ci vediamo sicuramente a Verona.

sabato 31 dicembre 2022

𝔼𝕋 𝔽𝔸ℂ𝔼ℝ𝔼 𝔼𝕋 ℙ𝔸𝕋𝕀 𝔽𝕆ℝ𝕋𝕀𝔸 ℝ𝕆𝕄𝔸ℕ𝕌𝕄 𝔼𝕊𝕋

 

𝔼𝕋 𝔽𝔸ℂ𝔼ℝ𝔼 𝔼𝕋 ℙ𝔸𝕋𝕀 𝔽𝕆ℝ𝕋𝕀𝔸 ℝ𝕆𝕄𝔸ℕ𝕌𝕄 𝔼𝕊𝕋 𝙴' 𝚙𝚛𝚘𝚙𝚛𝚒𝚘 𝚍𝚎𝚒 𝚛𝚘𝚖𝚊𝚗𝚒 𝚌𝚘𝚖𝚙𝚒𝚎𝚛𝚎 𝚎 𝚜𝚘𝚙𝚙𝚘𝚛𝚝𝚊𝚛𝚎 𝚊𝚣𝚒𝚘𝚗𝚒 𝚏𝚘𝚛𝚝𝚒 (𝐿𝑖𝑣𝑖𝑜, 𝐴𝑏 𝑈𝑟𝑏𝑒 𝐶𝑜𝑛𝑑𝑖𝑡𝑎, 2,12)

𝑂𝑔𝑛𝑖 𝑎𝑛𝑛𝑜 𝑎𝑣𝑣𝑖𝑐𝑖𝑛𝑎𝑡𝑜𝑚𝑖 𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑓𝑖𝑛𝑒 𝑑𝑖 𝐷𝑖𝑐𝑒𝑚𝑏𝑟𝑒 𝑐𝑒𝑟𝑐𝑜 𝑑𝑖 𝑓𝑎𝑟𝑒 𝑖𝑙 𝑝𝑢𝑛𝑡𝑜 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑠𝑖𝑡𝑢𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑝𝑒𝑟𝑠𝑜𝑛𝑎𝑙𝑒 𝑠𝑢𝑖 𝑝𝑟𝑜𝑝𝑜𝑠𝑖𝑡𝑖 𝑟𝑎𝑔𝑔𝑖𝑢𝑛𝑡𝑖 𝑒 𝑞𝑢𝑒𝑙𝑙𝑖 𝑚𝑎𝑛𝑐𝑎𝑡𝑖 𝑎𝑛𝑎𝑙𝑖𝑧𝑧𝑎𝑛𝑑𝑜𝑛𝑒 𝑙𝑎 𝑐𝑎𝑢𝑠𝑒. 𝑄𝑢𝑒𝑠𝑡'𝑎𝑛𝑛𝑜 2022 𝑙𝑜 𝑑𝑒𝑓𝑖𝑛𝑖𝑟𝑒𝑖 "𝑠𝑡𝑟𝑎𝑛𝑜", 𝑐𝑜𝑛𝑠𝑖𝑑𝑒𝑟𝑎𝑛𝑑𝑜𝑙𝑜 𝑢𝑛 𝑎𝑛𝑛𝑜 𝑑𝑖 𝑡𝑟𝑎𝑛𝑠𝑖𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑎𝑙 𝑏𝑖𝑒𝑛𝑛𝑖𝑜 2020/2021 𝑎𝑙 2023. 𝑆𝑝𝑒𝑟𝑜 𝑠𝑖𝑎 𝑓𝑖𝑛𝑖𝑡𝑜 𝑢𝑛 𝑐𝑖𝑐𝑙𝑜 𝑒 𝑡𝑎𝑛𝑡𝑒 𝑠𝑖𝑡𝑢𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑖 𝑝𝑜𝑠𝑠𝑎𝑛𝑜 𝑎𝑛𝑐𝑜𝑟𝑎 𝑒𝑣𝑜𝑙𝑣𝑒𝑟𝑠𝑖 𝑚𝑎 ℎ𝑜 𝑣𝑖𝑠𝑡𝑜 𝑖𝑛 𝑡𝑎𝑛𝑡𝑖 𝑎𝑚𝑖𝑐𝑖 𝑒 𝑐𝑜𝑛𝑜𝑠𝑐𝑒𝑛𝑡𝑖 𝑢𝑛 𝑣𝑢𝑜𝑡𝑜 𝑖𝑛𝑐𝑜𝑙𝑚𝑎𝑏𝑖𝑙𝑒 𝑑𝑜𝑝𝑜 𝑙𝑎 𝑝𝑎𝑛𝑑𝑒𝑚𝑖𝑎. 𝐼𝑜 𝑛𝑜𝑛 𝑐𝑟𝑒𝑑𝑜 𝑐ℎ𝑒 𝑒𝑠𝑠𝑎 𝑚𝑖 𝑎𝑏𝑏𝑖𝑎 𝑐𝑎𝑚𝑏𝑖𝑎𝑡𝑜 𝑚𝑎 ℎ𝑜 𝑣𝑖𝑠𝑡𝑜 𝑐𝑎𝑚𝑏𝑖𝑎𝑟𝑒 𝑚𝑜𝑙𝑡𝑖 𝑑𝑒𝑖 𝑚𝑖𝑒𝑖 𝑎𝑚𝑖𝑐𝑖. 𝑀𝑜𝑙𝑡𝑖.
𝑆𝑢𝑙 𝑝𝑒𝑟𝑐𝑜𝑟𝑠𝑜 𝑛𝑒 ℎ𝑜 𝑙𝑎𝑠𝑐𝑖𝑎𝑡𝑖 𝑑𝑖𝑣𝑒𝑟𝑠𝑖 𝑐ℎ𝑒 𝑜𝑟𝑎𝑚𝑎𝑖 𝑛𝑜𝑛 𝑣𝑒𝑑𝑒𝑣𝑜 𝑝𝑖𝑢̀ 𝑑𝑖 𝑓𝑖𝑎𝑛𝑐𝑜 𝑎𝑖 𝑚𝑖𝑒𝑖 𝑝𝑟𝑜𝑝𝑜𝑠𝑖𝑡𝑖, 𝑎𝑙𝑙𝑒 𝑚𝑖𝑒 𝑎𝑏𝑖𝑡𝑢𝑑𝑖𝑛𝑖. 𝐼𝑜 𝑐𝑟𝑒𝑑𝑜 𝑑𝑖 𝑒𝑠𝑠𝑒𝑟𝑒 𝑠𝑒𝑚𝑝𝑟𝑒 𝑙𝑎 𝑠𝑡𝑒𝑠𝑠𝑎 𝑝𝑒𝑟𝑠𝑜𝑛𝑎 𝑚𝑎 𝑝𝑖𝑢̀ 𝑐𝑜𝑛𝑠𝑎𝑝𝑒𝑣𝑜𝑙𝑒 𝑐ℎ𝑒 𝑛𝑢𝑙𝑙𝑎 𝑑𝑢𝑟𝑎 𝑖𝑛 𝑒𝑡𝑒𝑟𝑛𝑜 𝑚𝑎 𝑠𝑖 𝑒𝑣𝑜𝑙𝑣𝑒 𝑜 𝑖𝑛𝑣𝑜𝑙𝑣𝑒.
𝑃𝑒𝑟𝑠𝑜𝑛𝑎𝑙𝑚𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑚𝑖 𝑟𝑖𝑡𝑒𝑛𝑔𝑜 𝑓𝑜𝑟𝑡𝑢𝑛𝑎𝑡𝑜 𝑎𝑑 𝑒𝑠𝑠𝑒𝑟𝑒 𝑎𝑟𝑟𝑖𝑣𝑎𝑡𝑜 𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑓𝑖𝑛𝑒 𝑑𝑖 𝑞𝑢𝑒𝑠𝑡'𝑎𝑛𝑛𝑜 𝑐𝑜𝑛 𝑑𝑖𝑣𝑒𝑟𝑠𝑖 𝑟𝑖𝑠𝑢𝑙𝑡𝑎𝑡𝑖 𝑟𝑒𝑎𝑙𝑖𝑧𝑧𝑎𝑡𝑖, 𝑠𝑜𝑝𝑟𝑎𝑡𝑡𝑢𝑡𝑡𝑜 𝑖𝑛 𝑎𝑚𝑏𝑖𝑡𝑜 𝑙𝑎𝑣𝑜𝑟𝑎𝑡𝑖𝑣𝑜 𝑒𝑑 𝑢𝑛𝑖𝑣𝑒𝑟𝑠𝑖𝑡𝑎𝑟𝑖𝑜, 𝑚𝑖𝑎 𝑛𝑢𝑜𝑣𝑎 𝑙𝑖𝑛𝑓𝑎 𝑒 𝑚𝑜𝑡𝑖𝑣𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒. 𝐷𝑎𝑙 𝑝𝑢𝑛𝑡𝑜 𝑑𝑖 𝑣𝑖𝑠𝑡𝑎 𝑎𝑠𝑠𝑜𝑐𝑖𝑎𝑡𝑖𝑣𝑜 𝑖𝑙 2022 ℎ𝑎 𝑣𝑖𝑠𝑡𝑜 𝑐𝑜𝑛𝑓𝑒𝑟𝑚𝑎𝑟𝑒 𝑐𝑖𝑜̀ 𝑐ℎ𝑒 𝑎𝑣𝑒𝑣𝑜 𝑝𝑟𝑒𝑣𝑖𝑠𝑡𝑜 𝑑𝑎𝑙 𝑙𝑜𝑛𝑡𝑎𝑛𝑜 2018. 𝑆𝑒 𝑛𝑜𝑛 𝑐𝑖 𝑓𝑜𝑠𝑠𝑒 𝑠𝑡𝑎𝑡𝑎 𝑙𝑎 𝑝𝑎𝑛𝑑𝑒𝑚𝑖𝑎 𝑎 𝑚𝑒𝑡𝑡𝑒𝑟𝑠𝑖 𝑑𝑖 𝑚𝑒𝑧𝑧𝑜 𝑓𝑜𝑟𝑠𝑒 𝑞𝑢𝑒𝑠𝑡𝑎 𝑐𝑜𝑛𝑠𝑎𝑝𝑒𝑣𝑜𝑙𝑒𝑧𝑧𝑎 𝑙'𝑎𝑣𝑟𝑒𝑖 𝑎𝑣𝑢𝑡𝑎 𝑝𝑟𝑖𝑚𝑎.. 𝑚𝑎 𝑡𝑎𝑛𝑡'𝑒̀... 𝑒̀ 𝑎𝑟𝑟𝑖𝑣𝑎𝑡𝑎.
𝑀𝑖 𝑠𝑜𝑛𝑜 𝑟𝑒𝑠𝑜 𝑐𝑜𝑛𝑡𝑜 𝑐ℎ𝑒 𝑚𝑖 𝑒𝑟𝑜 𝑓𝑒𝑟𝑚𝑎𝑡𝑜 𝑎𝑑 𝑎𝑠𝑝𝑒𝑡𝑡𝑎𝑟𝑒 𝑔𝑙𝑖 𝑎𝑙𝑡𝑟𝑖 𝑐ℎ𝑒 𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑓𝑖𝑛𝑒 𝑝𝑒𝑟𝑜̀ ℎ𝑎𝑛𝑛𝑜 𝑐𝑒𝑟𝑐𝑎𝑡𝑜 𝑑𝑖 𝑠𝑎𝑙𝑡𝑎𝑟𝑚𝑖 𝑒 𝑛𝑜𝑛 𝑑𝑖 𝑐𝑜𝑟𝑟𝑒𝑟𝑒 𝑑𝑖 𝑓𝑖𝑎𝑛𝑐𝑜 𝑎 𝑚𝑒. 𝐷𝑎 𝑞𝑢𝑖 𝑙𝑎 𝑐𝑜𝑛𝑣𝑖𝑛𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑐ℎ𝑒 𝑖𝑙 2023, 𝑓𝑜𝑟𝑠𝑒 𝑒𝑔𝑜𝑖𝑠𝑡𝑖𝑐𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑒, 𝑠𝑎𝑟𝑎̀ 𝑟𝑖𝑠𝑒𝑟𝑣𝑎𝑡𝑜 𝑎 𝑐𝑜𝑚𝑝𝑙𝑒𝑡𝑎𝑟𝑒 𝑒 𝑚𝑖𝑔𝑙𝑖𝑜𝑟𝑎𝑟𝑒 𝑎𝑙𝑐𝑢𝑛𝑖 𝑎𝑠𝑝𝑒𝑡𝑡𝑖 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑚𝑖𝑎 𝑝𝑒𝑟𝑠𝑜𝑛𝑎, 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑚𝑖𝑎 𝑓𝑖𝑔𝑢𝑟𝑎 𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑚𝑖𝑎 𝑖𝑠𝑡𝑟𝑢𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑛𝑜𝑛 𝑐𝑜𝑛𝑠𝑖𝑑𝑒𝑟𝑎𝑛𝑑𝑜 𝑔𝑙𝑖 𝑎𝑙𝑡𝑟𝑖. 𝑃𝑢𝑜̀ 𝑠𝑒𝑚𝑏𝑟𝑎𝑟𝑒 𝑠𝑐𝑜𝑟𝑡𝑒𝑠𝑒 𝑙𝑒𝑔𝑔𝑒𝑟𝑒 𝑞𝑢𝑒𝑠𝑡𝑒 𝑝𝑎𝑟𝑜𝑙𝑒, 𝑚𝑎 𝑐𝑟𝑒𝑑𝑒𝑡𝑒𝑚𝑖 𝑠𝑒 𝑣𝑖 𝑑𝑖𝑐𝑜 𝑐ℎ𝑒 𝑞𝑢𝑒𝑠𝑡𝑜 𝑠𝑒𝑟𝑣𝑖𝑟𝑎̀ 𝑚𝑜𝑙𝑡𝑜 𝑑𝑖 𝑝𝑖𝑢̀ 𝑎 𝑐ℎ𝑖 𝑚𝑖 𝑠𝑎𝑟𝑎̀ 𝑑𝑖 𝑓𝑖𝑎𝑛𝑐𝑜 𝑝𝑒𝑟𝑐ℎ𝑒́ 𝑎𝑣𝑟𝑎̀ 𝑠𝑝𝑒𝑟𝑜, 𝑢𝑛 𝑅𝑜𝑏𝑒𝑟𝑡𝑜 𝑚𝑖𝑔𝑙𝑖𝑜𝑟𝑒.
𝑀𝑎 𝑎𝑛𝑐ℎ𝑒 𝑞𝑢𝑖 𝑛𝑜𝑛 𝑚𝑖 𝑓𝑎𝑐𝑐𝑖𝑜 𝑖𝑙𝑙𝑢𝑠𝑖𝑜𝑛𝑖. 𝐻𝑜 𝑢𝑛𝑎 𝑏𝑒𝑙𝑙𝑖𝑠𝑠𝑖𝑚𝑎 𝐹𝑎𝑚𝑖𝑔𝑙𝑖𝑎, 𝑢𝑛 𝑜𝑡𝑡𝑖𝑚𝑜 𝑙𝑎𝑣𝑜𝑟𝑜, 𝑢𝑛𝑎 𝑔𝑟𝑎𝑛𝑑𝑒 𝑝𝑎𝑠𝑠𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑒 𝑝𝑜𝑠𝑠𝑜 𝑑𝑖𝑟𝑒 𝑑𝑖 𝑒𝑠𝑠𝑒𝑟𝑒 𝑚𝑜𝑙𝑡𝑜 𝑓𝑒𝑙𝑖𝑐𝑒 𝑣𝑖𝑠𝑡𝑖 𝑖 𝑡𝑒𝑚𝑝𝑖.
𝑉𝑜𝑟𝑟𝑒𝑖 𝑎𝑢𝑔𝑢𝑟𝑎𝑟𝑒 𝑎 𝑡𝑢𝑡𝑡𝑖 𝑖 𝑚𝑖𝑒𝑖 𝑎𝑚𝑖𝑐𝑖 𝑙𝑎 𝑠𝑡𝑒𝑠𝑠𝑎 𝑑𝑒𝑡𝑒𝑟𝑚𝑖𝑛𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑖 𝑝𝑜𝑟𝑡𝑎𝑟𝑒 𝑎𝑣𝑎𝑛𝑡𝑖 𝑖 𝑟𝑖𝑠𝑢𝑙𝑡𝑎𝑡𝑖 𝑐𝑜𝑛 𝑖 𝑑𝑒𝑛𝑡𝑖. 𝑃𝑜𝑟𝑠𝑖 𝑑𝑒𝑔𝑙𝑖 𝑜𝑏𝑖𝑒𝑡𝑡𝑖𝑣𝑖 𝑒̀ 𝑖𝑚𝑝𝑜𝑟𝑡𝑎𝑛𝑡𝑒 𝑚𝑎 𝑎𝑛𝑐ℎ𝑒 𝑐𝑎𝑚𝑏𝑖𝑎𝑟𝑙𝑖 𝑒 𝑝𝑙𝑎𝑠𝑚𝑎𝑟𝑙𝑖 𝑎 𝑠𝑒𝑐𝑜𝑛𝑑𝑎 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑒𝑠𝑖𝑔𝑒𝑛𝑧𝑒 𝑐ℎ𝑒 𝑚𝑢𝑡𝑎𝑛𝑜 𝑣𝑒𝑙𝑜𝑐𝑒𝑚𝑒𝑛𝑡𝑒.
𝑈𝑛 𝑝𝑒𝑛𝑠𝑖𝑒𝑟𝑜 𝑠𝑝𝑒𝑐𝑖𝑎𝑙𝑒 𝑎 𝑐ℎ𝑖 𝑚𝑖 𝑒̀ 𝑟𝑖𝑚𝑎𝑠𝑡𝑜 𝑎𝑐𝑐𝑎𝑛𝑡𝑜 𝑙𝑜𝑡𝑡𝑎𝑛𝑑𝑜 𝑐𝑜𝑛 𝑚𝑒. 𝐼𝑜 𝑛𝑜𝑛 𝑑𝑖𝑚𝑒𝑛𝑡𝑖𝑐𝑜.
𝐶𝑜𝑛𝑐𝑙𝑢𝑑𝑜 𝑑𝑒𝑑𝑖𝑐𝑎𝑛𝑑𝑜 𝑢𝑛 𝑝𝑒𝑛𝑠𝑖𝑒𝑟𝑜 𝑎 𝑞𝑢𝑒𝑙𝑙𝑖 𝑐ℎ𝑒 ℎ𝑎𝑛𝑛𝑜 𝑝𝑒𝑟𝑠𝑜 𝑖𝑙 𝑙𝑜𝑟𝑜 𝑡𝑒𝑚𝑝𝑜 𝑚𝑖𝑛𝑎𝑐𝑐𝑖𝑎𝑛𝑑𝑜𝑚𝑖 𝑑𝑖 𝑓𝑎𝑟𝑚𝑖 𝑐𝑎𝑑𝑒𝑟𝑒, 𝑐𝑒𝑟𝑐𝑎𝑛𝑑𝑜 𝑑𝑖 𝑙𝑒𝑣𝑎𝑟𝑚𝑖 𝑙𝑒 𝑎𝑚𝑖𝑐𝑖𝑧𝑖𝑒, 𝑑𝑖 𝑖𝑚𝑖𝑡𝑎𝑟𝑒 𝑖𝑙 𝑚𝑖𝑜 𝑚𝑜𝑑𝑜 𝑑𝑖 𝑓𝑎𝑟𝑒 𝑛𝑜𝑛 𝑟𝑖𝑢𝑠𝑐𝑒𝑛𝑑𝑜𝑣𝑖, 𝑑𝑖 𝑟𝑢𝑏𝑎𝑟𝑒 𝑙𝑒 𝑐𝑜𝑛𝑜𝑠𝑐𝑒𝑛𝑧𝑒 𝑝𝑒𝑟 𝑠𝑎𝑙𝑡𝑎𝑟𝑚𝑖 𝑒𝑑 𝑢𝑚𝑖𝑙𝑖𝑎𝑟𝑚𝑖. 𝑁𝑜𝑛 𝑐𝑖 𝑠𝑖𝑒𝑡𝑒 𝑟𝑖𝑢𝑠𝑐𝑖𝑡𝑖.
ℝ𝕠𝕓𝕖𝕣𝕥𝕠 𝕄𝕒𝕣𝕥𝕦𝕤𝕔𝕚𝕖𝕝𝕝𝕠 ℂ𝕚𝕟𝕢𝕦𝕖𝕘𝕣𝕒𝕟𝕒
𝔾𝕖𝕟𝕤 𝔾𝕣𝕒𝕟𝕚𝕒

giovedì 10 novembre 2022

Passo di Scuola e Piroette

 


Spingendo il rallentamento fino al passo, senza permettere alla testa di allontanarsi, e mantenendo il cavallo nel portamento acquisito al trotto, il cavaliere arriva a passare dal trotto al passo di scuola, più rilevato del passo naturale.

È assolutamente necessario che il cavallo dissoci i diagonali e faccia sentire distintamente le quattro posate, chiaramente separate, degli arti. Se il cavallo non lo fa da solo, l'addestratore aumenterà un po' il carico dei posteriori forzando l'elevazione della mano nelle richieste successive di rallentamento, alla cadenza degli anteriori. Otterrà ancora più facilmente il risultato, richiedendo il passaggio dal trotto al passo su una discesa la cui inclinazione tende sempre a provocare la dissociazione dei diagonali.

Inizialmente i tempi di passo di scuola devono essere brevi, e terminare con il ritorno al trotto, evitando di passare al passo naturale, per confermare il cavallo nell'atteggiamento dell'andatura di scuola ricercata. Il cavallo sarà poi fermato dal trotto, con un minimo di passo ordinario intermedio, e il cavaliere cederà le redini solo dopo l'alt.

Quando il passo di scuola è ben consolidato, l'addestratore mette il cavallo a quest'andatura sulle linee curve, come ha fatto al trotto per lavorare sulla flessione, poi in spalla e in groppa in dentro, e infine nei passi laterali.

Stando ben impegnato su un circolo, per esempio a sinistra, in spalla sinistra in dentro, il cavallo verrà spostato gradualmente su una spirale che si restringe e avvicinato poco a poco al centro. Il circolo degli anteriori, sempre più ridotto, raggiungerà il limite quando l'anteriore sinistro si sposterà soltanto dall'alto verso il basso e dal basso verso l'alto, per ricadere ad ogni posata sulla propria orma nel centro del circolo, mentre gli altri tre arti ruotano attorno ad esso. Il cavallo eseguirà così una piroetta rovesciata da sinistra a destra, con piazzamento all'interno. La stessa piroetta, con piazzamento all'esterno, sarà ottenuta a partire dalla groppa in fuori sullo stesso circolo e con la stessa spirale.


Questi due tipi di piroetta sulle spalle sviluppano notevolmente la morbidezza del cavallo, però i loro effetti non sono identici.

Per la piroetta rovesciata da sinistra a destra con piazzamento all'interno (o tipo "spalla in dentro"), le spalle tendono a deviare a destra, le anche tendono a restringere il proprio movimento da sinistra a destra e si ingaggiano facilmente sotto alla massa.

Nella stessa piroetta con piazzamento all'esterno (o tipo "groppa in fuori") le spalle tendono a sfuggire a sinistra, mentre le anche tendono ad esagerare lo spostamento laterale, evitando di ingaggiare sotto alla massa.

Con o senza flessione, le piroette sulle spalle allungano e stirano i muscoli della zona renale, che tendono ad abbassarsi e insellarsi. Quelle sulle anche raccorciano, "gonfiano" gli stessi muscoli e tendono a sollevare le reni, a inarcarle.

Si può ben vedere quali risorse ciascuno di questi movimenti fornisce all'addestratore per foggiare il suo allievo.

Il loro concatenamento offre vantaggi ancora maggiori rendendo possibile alternare il senso dell'ammorbidimento dei muscoli, tanto in allungamento, quanto in accorciamento.


L'alternanza di questi movimenti costituisce il valzer ossia il passaggio successivo, e più o meno prolungato, dalla mezza piroetta sulle anche a quella sulle spalle, e viceversa.

La rettitudine o la flessione del cavallo consentono inoltre di sfumare questo lavoro che, con il rinculare, costituisce l'ammorbidimento per eccellenza dei reni.

Infine, è nelle piroette rovesciate che la bocca del cavallo ha maggior tendenza a mobilizzarsi naturalmente e che egli "cade" più facilmente nella messa in mano.

Quindi vale la pena di approfittare delle condizioni favorevoli che esse forniscono per intraprendere, durante la loro esecuzione, il lavoro di flessione della mascella, all'inizio con il filetto, che è stato usato come imboccatura fino a questo momento, poi con il morso di briglia che, d'ora in poi, deve essere aggiunto.

(General Decarpentry - Equitazione Accademica - SIAEC)


 

lunedì 3 ottobre 2022

L'uso del cavallo frisone in Guerra


 Quando vedi in giro castronerie sulle razze, sullo sviluppo in guerra delle attività equestri, sulle presunte "𝑎𝑐𝑐𝑎𝑑𝑒𝑚𝑖𝑒" che pullulano sul territorio nazionale non puoi non intervenire su un argomento che mi sta particolarmente a cuore e che chiude definitivamente la questione sull'uso del 𝐂𝐚𝐯𝐚𝐥𝐥𝐨 𝐝𝐢 𝐑𝐚𝐳𝐳𝐚 𝐅𝐫𝐢𝐬𝐨𝐧𝐞 in ambiente rievocativo e storico.

I miei studi mi hanno portato con certezza ad affermare che questa razza era molto usata in passato proprio per la guerra. Non è un caso che nella molteplicità di produzioni cinematografiche venga usato quasi sempre sia per la sua forza che per il suo carattere scenico. Ma vediamo di approfondire il tema prendendo "𝐮𝐧𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐟𝐨𝐧𝐭𝐢" per cui asserisco ciò che ho evidenziato.


𝐓𝐑𝐀𝐃𝐎𝐓𝐓𝐎 𝐝𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐯𝐞𝐫𝐬𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐈𝐧𝐠𝐥𝐞𝐬𝐞
[...] L'imperatore Carlo V (regnò dal 1516 al 1556) continuò l'espansione spagnola nei Paesi Bassi, aveva il suo cavallo di battaglia di razza frisone, notato già da Vegezio e utilizzato nel continente e in Gran Bretagna già in epoca romana. Come l'andaluso, il frisone è stato riprodotto fedele alla sua tipologia originale. Anche con infusioni di sangue spagnolo durante l'occupazione cinquecentesca, ha mantenuto le sue caratteristiche autoctone, traendo il meglio da entrambe le razze. Il frisone è menzionato in opere del XVI e XVII secolo ed i buoni commenti prevalgono su quelli critici. La critica principale era la sua testardaggine, secondo Blundeville e Markham, quest'ultimo notando anche il feroce coraggio e l'idoneità alla guerra del frisone. Il Newcastle ne apprezzava l'aspetto e le capacità. Nel contesto dell'epoca 'testardo' può essere associato alla docilità, che renderebbe un cavallo coraggioso eminentemente adatto alla guerra, privo della volatilità di alcune razze, o della flemma di quelle molto pesanti. Generalmente nero, il Frisone aveva una conformazione forte ma con una certa eleganza e qualità in più. L'andatura nota era il forte. Al giorno d'oggi, sebbene la definizione di razza sia mantenuta, la taglia è notevolmente aumentata, così come quella della maggior parte delle razze a causa del miglioramento dei metodi di allevamento e dietetici.
Il ceppo italiano era di stampo diverso, anche se con influenza spagnola. […]
Qui personalmente aggiungerei i miei attuali studi sul rinsanguamento del Frisone in epoca di Carlo V con Cavalli Napolitani realizzati proprio in terra di Venezia.
Ma questa è un’altra storia che racconteremo a brevissimo.
🅴 🅲🅷🅴🆂🆃'è !!!



mercoledì 14 settembre 2022

Pensieri del 14 Settembre 2022

 


🅿🅴🅽🆂🅸🅴🆁🅸 🅿🅾🅼🅴🆁🅸🅳🅸🅰🅽🅸
Il XV Secolo per me rimane un ambiente di ricerca e studio costante. Nonostante i miei interessi si stiano avviando anche verso altri settori rimango legatissimo a questo periodo.
Il mio sogno è replicare la Giostra di Livorno con un apparato cerimoniale ancora più completo. Sto selezionando Giostratori Nazionali ed Internazionali per quello che rimane per me un ultimo gradino da raggiungere.
Ho bisogno al mio fianco chi condivida la gioia per la ricerca storica ma anche per la sperimentazione. Ho bisogno di confronti, di viva partecipazione e di coerenza. Elementi che non ho sempre trovato sul mio cammino.
Ma non smetto mai di sognare.
Mai.

venerdì 22 luglio 2022

TEATRO STORICO EQUESTRE NAPOLITANO


Nel 2017 feci uscire il mio Libro Arte Equestre Napolitana incentrato prevalentemente sullo studio e promozione delle antiche cavallerizze Napoletane e sull'antico Corsiero.
Furono anni di grande emozione in quanto Napoli non conosceva la sua storia equestre. Anni di sopraffazioni, di mortificazioni e di tanti momenti di delusione. Cercarono invano di prendersi questa "novità" promettendo una rinascita attraverso eventi, conferenze ed attività nel complesso scopiazzate dai miei progetti.

Mi fermai. Non volli più dare perle ai porci con allevatori che facevano i "collezionisti" e responsabili allevatoriali che nella loro ignoranza pensavano di fare meglio di me. Da allora... il BUIO. tutto si fermò; degli eventi a Capodimonte e nelle maggiori piazze campane dove si promuoveva questa eccellenza tutto si fermò. Quelli che promisero di poter fare meglio di me e soprattutto SENZA di me sono spariti. Completamente nel loro fallimento.

Oggi in procinto di ritornare a Napoli per le mie Ferie Estive riprendo un sogno. Un progetto che sto portando avanti con alcuni validi Cavalieri per un evento di Teatro Storico Equestre. Uno spettacolo dedicato al Cavallo Napoletano in una magnifica location Partenopea.

Un ennesimo regalo a Napoli ed a coloro che la amano davvero. Senza nessuna egida se non la mia. Non credo più nella rete. Quello che potrà fare lo farò solo con le mie forze.

Staremo a vedere.





50 Anni