martedì 20 agosto 2019

La Spada e la sua Nomenclatura (mod. Masaniello Parise)

"L'arma, con la quale tutti nello studio impariamo a tirar di spada, dicesi fioretto. La sua lama ha forma piramidale, non a base di losanga, come la spada, ma a base di rettangolo. Il fioretto, ugualmente che la spada, è composto dalla guardia e dalla lama.




La guardia, che chiamasi così perchè con le diverse posizioni di pugno deve coprire e difendere il corpo dello schermitore, è composta:



a) dalla coccia, in lamina di ferro od altro metallo, che ha forma d'una calotta sferica, munita al disotto di un cuscinetto mobile in pelle, velluto o tela, riempito di crine; ha un foro al centro di forma rettangolare, pel quale passano la spica ed il ricasso della lama; il suo diametro abituale è di centimetri undici (1).



b) dagli archetti di unione, alti tre centimetri, che servono ad unire la coccia al gavigliano, e che sono di forma curva (2).
c) dal vette trasversale o gavigliano, che è una piccola spranga di ferro, perpendicolare all'asse della lama, saldata agli archetti, i quali, come innanzi è detto, vanno uniti alla coccia. Questo vette ha, come lunghezza abituale, tredici centimetri, ed è traversato nel mezzo, dal codolo della lama (3).



d) dal manico o impugnatura, che è quel pezzo di legno o osso, di forma quasi cilindrica, pel cui centro passa il codolo; vien ricoperto di pelle di pesce, di corda o di filo metallico.

e) dal pomo, che è bucato al centro della base, per avvitarlo all'estremità del codolo, e propriamente alla sommità che ne emerge dal manico; di più è traversato nella sua superficie cilindrica da un foro, per intromettervi un piccolo ferro, che serve di leva, per poterlo avvitare o svitare con maggiore facilità. Il pomo è una delle più importanti parti della guardia: poche da esso dipende l'equilibrio dell'intera spada.



La lama, è tutto quel tratto di ferro temprato, che serve per difendersi dall'avversario ed offenderlo a sua volta. Quella parte più larga della lama, che resta tra la coccia ed il gavigliano, chiamasi ricasso, ed ha per sezione un rettangolo (4).
La parte grezza della lama, che resta dopo il ricasso, dicesi codolo o anche spica. S'intromette nel manico, dal quale ne viene ad emergere per un centimetro, che è a vite per avvitare il pomo.



La lunghezza di detta lama, calcolata dalla coccia alla punta o bottone, dev'essere di 90 centimetri; compreso il ricasso, sarà di 96 centimetri. Per conoscere quale sia la sua graduazione, si divideranno i 90 centimetri in tre parti uguali, che diconsi gradi. La parte accanto alla coccia si denomina grado forte; quella di mezzo, medio; e la terza, debole (5)."

Masaniello Parise - Trattato di Scherma (Seconda Edizione) - 1884



(1) Gli antichi usavano aggiungere alla periferia della coccia un piccolo orlo ricurvo, di mezzo centimetro, detto rivettino, per arrestare la punta nemica, ed evitare ch'essa, strisciando sulla convessità di detta coccia, potesse ferire la mano. Questo sistema è da preferirsi anche da noi.
(2) Anticamente si usavano dritti.
(3) Gli spagnoli lo usavano più lungo.
(4) Per non danneggiar le dita, sarà sempre bene fare arrotondare gli angoli del ricasso.
(5) La maggior parte degli schermitori è di questo parere; ed allora è buona la lama, quando, forzandola sulla pedana, cede a preferenza l'ultimo terzo di essa, cioè il debole. Ciò nonostante vi hanno pregevoli autori, che sono discordi: chi la vuole divisa in sei parti, chi in cinque, chi in quattro, chi in due.

FONTE: http://armidasala.blogspot.com/2010/03/la-spada-e-la-sua-nomenclatura-mod.html

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