sabato 22 agosto 2020

Museo Stibbert di Firenze - Armi ed Armature da Collezione

 

In Italia vantiamo diversi Musei in cui sono custodite ciò che io amo definire la seconda pelle del Cavaliere. Stiamo parlando delle Armature che da sempre hanno caratterizzato il sogno romantico medievale e l’incarnazione della simbologia dell’uomo combattente a cavallo ed a piedi. Il Museo Stibbert di Firenze è stato per me un qualcosa di enormemente emozionante quando lo visitai la prima volta. Come un bambino stupito e confuso entra in un negozio di giocattoli, io venni rapito dalla magnificenza di quegli ambienti. E’ diventata tappa fissa per me e per i Cavalieri che si avvicinano all’Equitazione Storica in quanto possono ammirare dal vivo Armi ed Armature originali di ogni tempo e comprendere un’arte che si è persa nel nei secoli.

Il Museo deve la sua esistenza ad un uomo straordinario, Frederick Stibbert (1838-1906), di padre inglese e madre italiana, nato a Firenze ma educato in Inghilterra.

Proveniva da una famiglia di militari: il padre colonnello delle prestigiose Coldstream Guards, il nonno governatore generale del Bengala, India, da dove ebbe inizio la ricchezza della famiglia che il giovane Stibbert ereditò appena ventenne.


Dedicò presto la sua attenzione alla collezione per la quale egli stesso creò, sul colle di Montughi, un museo. Il mio museo, come egli lo chiamò, che mi costa ingenti somme di denaro, tante cure e fatiche, aggiunge nel suo testamento. Alla sua morte egli lasciò il Museo alla città di Firenze.

Il Museo è ora gestito da una Fondazione, istituita per volontà testamentaria di Stibbert stesso. Egli lasciò tutto il suo patrimonio museale in prima istanza alla Nazione Britannica, e in caso di rinuncia alla Città di Firenze che subentrò infatti al primo legatario. Gli obblighi, puntualmente assolti, erano di mantenere le collezioni nel luogo e negli ambienti per loro pensati e di aprire il Museo al pubblico per la conoscenza degli studiosi e l'educazione dei giovani.


L'armeria di Frederick Stibbert ha una sua propria evoluzione nel tempo. All’epoca l'oplologia, ovvero la disciplina che si occupa dello studio delle armi, era anco­ra nella sua fase iniziale, e la raccolta era legata alla sensibilità del collezionista. Successivamente però essa si trasforma in una collezione piu’ strutturata avente per scopo un approccio maggiormente documentario. Viene quindi fatta una catalogazione piu’ puntuale  e raffinata dei pezzi grazie anche alle numerose visite di Stibbert nei maggiori musei europei per acquisire maggiori informazioni in merito all’esposizione della sua collezione.

Amava talmente le Armature che spesso le indossava o usandole per fasi immortalare in epiche fotografie del tempo. Era proprio in questo periodo, nella metà dell’800, che cominciano a nascere i primi esperimenti di rievocazione storica e di ritorno alle magiche atmosfere medievali.

Mi fa piacere riportare quanto scrisse Charles de Cosson, grande studioso di armi antiche, a metà degli anni Venti in merito all'armeria Stibbert, così come la ricorda Boccia nel suo scritto sulla cavalcata: l'idea dominante nella mente di Stibbert quando orga­nizzò la sua collezione era di mostrare l'armatura come appariva quando portata dall'uomo e dal cavallo. La sua natura artistica gli dette una acuta visione della magni­ficenza decorativa dell’armamento dei giorni passati e volle presentarlo come era stato visto al tempo del suo uso”, infatti "le barde gualdrappe e altri restauri [...] non pretendono di essere originali, e non possono essere correttamente considerate falsificazioni.


Ho avuto il piacere di svolgere diverse conferenze storiche nel suo interno e di ammirare ripetutamente il tesoro custodito. Ogni volta che vi si entra si prova un’emozione nuova e si notano particolari magari non rilevati la volta precedente. Per noi che studiamo la Cavalleria è di basilare importante entrare in contatto di una simile realtà che ci permette di toccare con mano la verità sulle armature storiche.

 Ma a togliere il fiato è la sala della Cavalcata nella quale sono presenti diversi Cavalieri sui propri destrieri a grandezza naturale. Da questa prospettiva si comprende l’imponenza di una formazione di uomini a cavallo completamente bardati ed equipaggiati. Di particolare rilievo è l’armatura alla massimiliana posizionata in testa al corteo della sala della caval­cata è opera di Konrad Treytz il Giovane di Innsbruck ed è databile al 1520. La maggior parte dei pezzi risale al XVI secolo, ma non mancano però esemplari più antichi,che non avevano un interesse speciale di Stibbert ma rivestono comunque una rilevante importanza storica.

Il Museo Stibbert ha diverse collezioni che completano ed arricchiscono la sezione Europea di Armature. Abbiamo infatti presente anche la sezione Islamica e Giapponese con esemplari unici al mondo, la Quadreria, le Porcellane e la sezione dei Costumi.

Insomma un momento importante per immergersi in un’atmosfera unica, in una città altrettanto rappresentativa di quella cultura rinascimentale che con tanto sacrificio stiamo cercando di far conoscere ai nostri lettori. E’ nostra intenzione, infatti, implementare appena sarà possibile con il Direttore Enrico Colle e con la dott.sa Simona di Marco ulteriori progetti di collaborazione culturale che sono certo arricchiranno vicendevolmente il grande filo conduttore che intercorre tra Armerie e Cavalleria Storica.

 

 


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