mercoledì 19 agosto 2020

Il Carosello Storico di Napoli del 1937

 

Negli anni ’30 del secolo scorso ripresero in tutta Italia i fasti degli antichi tornei Cavallereschi a memoria di un tempo virtuoso e nobile. Molte delle Quintane e Palii moderni prendono vita proprio in quel periodo come ad esempio la Giostra del Saracino di Arezzo del 1931. Nella mia personale ricerca sulla dinamiche di simili manifestazioni e nell'approfondimento dello sviluppo dell’Equitazione Storica in Italia, ho riscontrato che la maggior parte degli eventi piu’ significativi si consolidarono, dopo la loro riscoperta, essenzialmente nel Centro Nord Italia.

Mi sono tuttavia imbattuto successivamente, circa un anno fa, ad un mercatino dell’antiquariato di Napoli, in una cartolina raffigurante un Carosello Storico e Giostra del Saracino del 1937 realizzato proprio nella città di Napoli. Lo stupore fu grande anche se da sempre riflettevo sull'importante eredità storica delle antiche giostre partenopee rinascimentali che si fermarono inesorabilmente con l’ultimo Torneo Borbonico di Caserta del 1846 presso la sontuosa reggia reale.

Cominciai dunque subito le ricerche piu’ approfondite arrivando ad un particolare filmato dell’Istituto Luce in cui era stata addirittura filmata e descritta nel dettaglio tutta la manifestazione oggetto del mio interesse. Davvero soddisfatto della scoperta, continuavo le ricerche per avere maggiori informazioni sui dettagli dell’evento. Trovai dunque anche il libretto di presentazione che veniva donato agli spettatori che elencava la successione delle varie fasi del Carosello equestre ed il dettaglio di tutti i nobili partecipanti. La Guerra stava per abbattersi ignominiosamente sul mondo e tutto era rappresentato in quel periodo per evidenziare la magnificenza del potere del ventennio. Il Carosello infatti fu interpretato dai maggiori nobili Cavallerizzi di Napoli e dalla Cavalleria Savoia.

 

Fu realizzato il 5 Giugno del 1937 ed ambientato nel XIV secolo in onore di Amedeo VI di Savoia, il Conte Verde presso l’allora Stadio Partenopeo, poi distrutto dai bombardamenti alleati della seconda guerra Mondiale.

Come si può vedere dal video, lo stadio era pieno: poteva contenere 20.000 posti a sedere. Trombettieri, Sbandieratori, Dame a Cavallo e Cavalieri cominciarono ad entrare in campo mentre le “grida” dell’Araldo incitava la folla ad applaudire le maestranze cavalleresche.

Entra in campo il Conte Verde impersonato dal S.A.R. il Duca di Bergamo seguito da dieci stendardi rappresentanti tutte le sue insegne, e cosi’ tutto il seguito di Cavalieri ed Amazzoni in abito storico che si alterano in complicate quadriglie nel campo con il sottofondo della musica del Faust di Goethe. Si compongono figure, torni, disfide allietando il pubblico presente con grandi abilità equestri, fino ad arrivare alla “Giostra del Saracino” dove cinque cavalieri si alternano nella prova di abilità con lancia in resta. Segue poi il “Gioco della Rosa” in cui alcuni cavalieri devono strappare la rosa dal petto della propria amata ed il “Gioco dei Piumetti”. Quest’ultimo gioco vede in campo otto cavalieri di una fazione schierarsi contro altri otto della fazione contraria. In Armatura Completa e dotati di una Sciabola hanno come obiettivo di tagliare la Piuma posta sul capo dell’avversario. Un’operazione di guerra sicuramente audace e di grande impatto per i presenti.

 

Napoli è stata protagonista da sempre di innumerevoli Giostre fin dal periodo Angioino e salvo qualche breve interruzione il tutto finì nel tardo 1600 quando ai tornei in Armatura si preferì fare spettacolo con Caroselli multiformi e con l’ausilio di costumi fantastici. Ogni Signore del tempo amava ricostruire scene del passato sottoforma teatrale, arricchite da abili danzatori in costume che contribuivano ad accrescere la spettacolarità dell’evento. Si abbandonò dunque la violenza del passato recuperando forme piu’ teatralizzanti dell’espressione equestre.


Anche Luigi XIV nella sua prestigiosa Reggia di Varsailles, organizzava continuamente feste equestri come quelli che fece allestire nei Giardini della Gran Mademoiselle, davanti a Les  Tuileries nel 1662, forse il piu’ spettacolare di tutto il XVII secolo. La parola d’ordine era certamente stupire con cavalli baroccamente addobbati e scenografie dei piu’ grandi artisti dell’epoca. Il tema della festa cavalleresca barocca, era solitamente ispirato alla celebrazione dell’assolutismo principesco, per la quale venivano risvegliati gli eroi della mitologia antica (Marte, Venere, Ercole), riproponendo le più conosciute personificazioni allegoriche (come le quattro parti del mondo radunate per ossequiare il monarca), oppure ripescando episodi dei poemi epici allora in voga. Il soggetto prescelto per lo spettacolo equestre determinava le coreografie, gli addobbi e i costumi, imponendo la conformazione dei carri allegorici impiegati per introdurre in scena i combattenti e le comparse. A queste ultime era affidato il compito di introdurre l’argomento del torneo cantando delle composizioni in versi appositamente create, mentre i componenti di ciascun carro allegorico dovevano presentare se stessi nel medesimo modo.

 

Il Carosello moderno – I Carabinieri

Il Carosello è un alternarsi fluido e ritmico di figure complesse e non prive di un certo rischio, eseguite con grande abilità e perizia, degna di quella tradizione della cavalleria italiana della quale i carabinieri del Reggimento e, più estesamente, l’Arma intera sono fedeli e rigorosi custodi. La carica, invece, è un turbinare di pennacchi tra il balenio delle sciabole sguainate e lo sventolare dello stendardo, sottolineato dal grido "Pastrengo!" in memoria dell’eroica battaglia di Pastrengo del 30 aprile 1848. Si tratta di esibizioni che esaltano i sentimenti persino dei più disincantati, anche perché sono la celebrazione di un rito, memoria di dedizione, coraggio ed entusiasmo: da sempre valori del carabiniere. Il Carosello deriva dagli antichi tornei che hanno origine lontana e che assunsero variamente nel tempo significati ed emblemi.

Storicamente l’origine del Carosello dei Carabinieri va fatta risalire al 3 maggio 1883, in occasione delle nozze tra Tommaso di Savoia ed Isabella di Baviera, che si svolse a Roma nello stesso incantevole scenario che attualmente fa da cornice al Carosello dei Carabinieri. Non solamente i pini, i prati, l’antica torre sovrastante, il digradare concentrico delle tribune sull'ovale del campo, stabiliscono un legame tra le due manifestazioni (quella di allora e quella di oggi), ma anche la circostanza che la prima ebbe a protagoniste quattro quadriglie di ufficiali dell’Esercito, che impressero il suggello della esclusività militare nell'impiego a Piazza di Siena di unità di cavalieri, addestrate per le più elaborate figurazioni.

 

Fonte ed Approfondimenti:

-        Istituto Luce

-        Blasoneria d’araldica piumante. Un libro di disegni del XVII secolo della Pinacoteca Nazionale di Bologna Paola Goretti

-        Fergola, lo splendore di un regno

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