Negli anni ’30 del secolo scorso ripresero
in tutta Italia i fasti degli antichi tornei Cavallereschi a memoria di un
tempo virtuoso e nobile. Molte delle Quintane e Palii moderni prendono vita proprio
in quel periodo come ad esempio la Giostra del Saracino di Arezzo del 1931.
Nella mia personale ricerca sulla dinamiche di simili manifestazioni e nell'approfondimento dello sviluppo dell’Equitazione Storica in Italia, ho riscontrato che la maggior
parte degli eventi piu’ significativi si consolidarono, dopo la loro riscoperta,
essenzialmente nel Centro Nord Italia.
Mi sono tuttavia imbattuto
successivamente, circa un anno fa, ad un mercatino dell’antiquariato di Napoli,
in una cartolina raffigurante un Carosello Storico e Giostra del Saracino del
1937 realizzato proprio nella città di Napoli. Lo stupore fu grande anche se da
sempre riflettevo sull'importante eredità storica delle antiche giostre partenopee
rinascimentali che si fermarono inesorabilmente con l’ultimo Torneo Borbonico
di Caserta del 1846 presso la sontuosa reggia reale.
Cominciai dunque subito le ricerche
piu’ approfondite arrivando ad un particolare filmato dell’Istituto Luce in cui
era stata addirittura filmata e descritta nel dettaglio tutta la manifestazione
oggetto del mio interesse. Davvero soddisfatto della scoperta, continuavo le ricerche
per avere maggiori informazioni sui dettagli dell’evento. Trovai dunque anche
il libretto di presentazione che veniva donato agli spettatori che elencava la
successione delle varie fasi del Carosello equestre ed il dettaglio di tutti i
nobili partecipanti. La Guerra stava per abbattersi ignominiosamente sul mondo
e tutto era rappresentato in quel periodo per evidenziare la magnificenza del
potere del ventennio. Il Carosello infatti fu interpretato dai maggiori nobili
Cavallerizzi di Napoli e dalla Cavalleria Savoia.
Fu realizzato il 5 Giugno del 1937
ed ambientato nel XIV secolo in onore di Amedeo VI di Savoia, il Conte Verde presso
l’allora Stadio Partenopeo, poi distrutto dai bombardamenti alleati della
seconda guerra Mondiale.
Come si può vedere dal video, lo
stadio era pieno: poteva contenere 20.000 posti a sedere. Trombettieri, Sbandieratori,
Dame a Cavallo e Cavalieri cominciarono ad entrare in campo mentre le “grida”
dell’Araldo incitava la folla ad applaudire le maestranze cavalleresche.
Entra in campo il Conte Verde impersonato
dal S.A.R.
il Duca di Bergamo seguito da dieci stendardi
rappresentanti tutte le sue insegne, e cosi’ tutto il seguito di Cavalieri ed
Amazzoni in abito storico che si alterano in complicate quadriglie nel campo
con il sottofondo della musica del Faust di Goethe. Si compongono figure, torni,
disfide allietando il pubblico presente con grandi abilità equestri, fino ad arrivare
alla “Giostra del Saracino” dove
cinque cavalieri si alternano nella prova di abilità con lancia in resta. Segue
poi il “Gioco della Rosa” in cui alcuni cavalieri devono strappare
la rosa dal petto della propria amata ed il “Gioco dei Piumetti”. Quest’ultimo gioco vede in campo otto cavalieri
di una fazione schierarsi contro altri otto della fazione contraria. In Armatura
Completa e dotati di una Sciabola hanno come obiettivo di tagliare la Piuma
posta sul capo dell’avversario. Un’operazione di guerra sicuramente audace e di
grande impatto per i presenti.
Napoli è stata protagonista da
sempre di innumerevoli Giostre fin dal periodo Angioino e salvo qualche breve
interruzione il tutto finì nel tardo 1600 quando ai tornei in Armatura si preferì
fare spettacolo con Caroselli multiformi e con l’ausilio di costumi fantastici.
Ogni Signore del tempo amava ricostruire scene del passato sottoforma teatrale,
arricchite da abili danzatori in costume che contribuivano ad accrescere la
spettacolarità dell’evento. Si abbandonò dunque la violenza del passato recuperando
forme piu’ teatralizzanti dell’espressione equestre.
Anche Luigi XIV nella sua
prestigiosa
Reggia di
Varsailles, organizzava continuamente feste equestri
come quelli che fece allestire nei Giardini della Gran Mademoiselle, davanti a
Les Tuileries nel 1662, forse il piu’
spettacolare di tutto il XVII secolo. La parola d’ordine era certamente stupire con
cavalli baroccamente addobbati e scenografie dei piu’ grandi artisti
dell’epoca. Il tema della festa cavalleresca barocca,
era solitamente ispirato alla celebrazione dell’assolutismo principesco, per la
quale venivano risvegliati gli eroi della mitologia antica (Marte, Venere,
Ercole), riproponendo le più conosciute personificazioni allegoriche (come le
quattro parti del mondo radunate per ossequiare il monarca), oppure ripescando
episodi dei poemi epici allora in voga. Il soggetto prescelto per lo spettacolo
equestre determinava le coreografie, gli addobbi e i costumi, imponendo la
conformazione dei carri allegorici impiegati per introdurre in scena i
combattenti e le comparse. A queste ultime era affidato il compito di
introdurre l’argomento del torneo cantando delle composizioni in versi
appositamente create, mentre i componenti di ciascun carro allegorico dovevano
presentare se stessi nel medesimo modo.
Il Carosello
moderno – I Carabinieri
Il Carosello è un alternarsi fluido e ritmico di figure complesse e
non prive di un certo rischio, eseguite con grande abilità e perizia, degna di
quella tradizione della cavalleria italiana della quale i carabinieri del
Reggimento e, più estesamente, l’Arma intera sono fedeli e rigorosi custodi. La
carica, invece, è un turbinare di pennacchi tra il balenio delle sciabole
sguainate e lo sventolare dello stendardo, sottolineato dal grido
"Pastrengo!" in memoria dell’eroica battaglia di Pastrengo del 30
aprile 1848. Si tratta di esibizioni che esaltano i sentimenti persino dei più
disincantati, anche perché sono la celebrazione di un rito, memoria di
dedizione, coraggio ed entusiasmo: da sempre valori del carabiniere. Il
Carosello deriva dagli antichi tornei che hanno origine lontana e che assunsero
variamente nel tempo significati ed emblemi.
Storicamente l’origine del Carosello dei Carabinieri va fatta risalire
al 3 maggio 1883, in occasione delle nozze tra Tommaso di Savoia ed Isabella di
Baviera, che si svolse a Roma nello stesso incantevole scenario che attualmente
fa da cornice al Carosello dei Carabinieri. Non solamente i pini, i prati,
l’antica torre sovrastante, il digradare concentrico delle tribune sull'ovale del campo, stabiliscono un legame tra le due manifestazioni (quella di allora e
quella di oggi), ma anche la circostanza che la prima ebbe a protagoniste
quattro quadriglie di ufficiali dell’Esercito, che impressero il suggello della
esclusività militare nell'impiego a Piazza di Siena di unità di cavalieri,
addestrate per le più elaborate figurazioni.
Fonte ed Approfondimenti:
-
Istituto Luce
-
Blasoneria d’araldica piumante. Un
libro di disegni del XVII secolo della Pinacoteca Nazionale di Bologna Paola
Goretti
-
Fergola, lo splendore di un regno
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