martedì 5 maggio 2020

Riflessioni sulla Giostra all'incontro



Era il lontano 2009 ed in quel periodo ero impegnato solo nella pratica della Scherma in Armatura. Organizzavo due importanti Tornei Internazionali: quello di Carnasciale di Firenze e quello di Fiesole. Avevamo circa 40 combattenti da tutta Europa ed il mio percorso era davvero appagante.


Poi andai al Torneo Internazionale di Monclay in Francia e li ebbi la vita cambiata. In parallelo al torneo di Scherma c'era anche la Giostra Internazionale in Armatura con ben 27 partecipanti da tutto il mondo. Ne rimasi folgorato. L'organizzatore era un italo francese con cui divenni molto amico. Fu il mio primo Maestro di Equitazione Storica. Cominciai a sognare di poter portare anche in Italia questa magia cavalleresca e subito mi adoperai per progettare questo proposito.




All'epoca andavo a cavallo molto saltuariamente, non avevo un cavallo mio e tutto mi era oscuro di quel mondo. Cominciai a frequentare la Francia e l'Olanda da alti amici che erano molto piu' avanti di me. Cominciavo a crescere. 

Ripresi in Italia le lezioni di Equitazione in maniera serrata. Chi mi conosce sa che quando mi metto in mente una cosa mi impegno all'inverosimile per aggiungerla.
Cosi' fu.


Nel 2012 organizzai il primo vero torneo italiano a Firenze, durante i Giochi di Carnasciale con un cavallo che stavo adoperando in Fida fino a quel periodo. Fu un successo clamoroso. Ma come per la scherma anche con la cavalleria cominciarono a nascere i cloni che cercarono di improvvisarsi in questa importante iniziativa. Le prime diatribe, le prime invidie che si tramutarono in sterili battaglie. 
Ed infatti nonostante la confusione, soprattutto su Firenze, la nostra organizzazione cavalleresca le suonò a tutti. Nessuno, ad oggi, è stato in grado di organizzare ciò che noi siamo riusciti a fare nonostante gli innumerevoli tentativi di imitazione.



Nel 2013 quindi ci siamo dedicati al reclutamento, consolidamento e crescita. Fondai il Dipartimento di Equitazione Storica nella Fitetrec Ante e da allora, anno dopo anno, i tasselli del miglioramento continuo si sono visti.

Torneo dopo Torneo, Campionato dopo Campionato abbiamo solcato tutti i Campi Italiani dimostrando che il nostro progetto non solo era valido ma poteva crescere in maniera esponenziale. Non ci rimaneva altro che migliorare l'aspetto riguardante le armature e il vestiario. Ad oggi abbiamo compiuto moltissimi passi avanti, ma abbiamo ancora tantissimo da migliorare in merito.




Oggi in Italia esistono abilitati ed operativi poco piu' di dieci cavalieri. Solo oggi si è compreso il valore dell'amicizia, del rispetto e della collaborazione. Solo cosi' infatti questa disciplina potrà dimostrare in futuro ancora tanto.

Nella speranza che i Cavalieri che si leggano in questa mia riflessione possano davvero comprendere il bene che a loro io voglio, li lascio con un ultimo pensiero:

"si è uniti negli intenti, nel valore, nel sacrificio, ma soprattutto nella gioia."



R+C





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